Mastociti e cicatrizzazione
In due anni (dal 2001 al 2003), la più importante banca dati di pubblicazioni scientifiche internazionali – il servizio Pub-Med della NLM (National Library of Medicine) – cita ben 16 articoli incentrati sul ruolo dei mastociti nella modulazione della cicatrizzazione. Tra questi, l’ultimo in ordine di tempo dimostra una correlazione diretta tra aumento numerico dei mastociti nel derma ed esiti cicatriziali distorti, sottostanti a cheloidi e cicatrici ipertrofiche.
” Le variazioni quantitative dei mastociti – scrive il gruppo di Aaron Sasaki della Divisione di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva del “Wound Healing Center” dell’Università dell’Oregon – sono state già riscontrate in un ampio spettro di alterazioni cutanee, dalle ulcerazioni, alle dermatite atopica, agli emangiomi, alla neurofibromatosi. Tutte condizioni in cui i mastociti, lungi dal rappresentare elementi di secondo piano, giocano, in realtà, un ruolo fisiopatologico assolutamente primario. Ebbene, abbiamo riscontrato un corposo aumento numerico dei mastociti anche nelle incisioni sperimentali di ratti trattate con sostanze (perle di dietilaminoetildestrano) che interferiscono pesantemente con la corretta cicatrizzazione, ingenerando cheloidi e cicatrici ipertrofiche.”
Il risultato è davvero importante, se si pensa alle enormi potenzialità terapeutiche che si aprono nel settore della riparazione delle ferite, proprio agendo su quelle cellule – i mastociti – che, se presenti in soprannumero, sono responsabili di esiti cicatriziali distorti sia per estetica che per funzionalità.
Sasaki A, Mueller RV, Xi G, Sipe R, Buck D, Hollinger J, 2003, Mast cells: an unexpected finding in the modulation of cutaneous wound repair by charged beads, Plastic Reconstructive Surgery, 111(4): 1446-1453