Demenza senile nel cane: nuove evidenze
Un gruppo di clinici veterinari spagnoli dimostra per la prima volta che la compromissione dei neuroni serotoninergici può contribuire ai danni cognitivi, che accompagnano la controparte canina della malattia di Alzheimer.
Utilizzando specifiche tecniche immunoistologiche e stereochimiche, i ricercatori sono arrivati alla determinazione quantitativa dei neuroni serotoninergici presenti nei nuclei del rafe dorsale e mediale del cervello di cani giovani ed anziani, quest’ultimi sia sani che con diagnosi di demenza senile, effettuata in base ad un questionario comportamentale somministrato al proprietario.
In sintesi, i cani anziani, affetti da demenza senile e con depositi corticali di proteina amiloide, presentavano una diminuzione statisticamente significativa dei neuroni serotoninergici, rispetto a quelli rilevati nei soggetti giovani ed anziani, sani e privi di depositi di amiloide nel loro cervello.
Si tratta, dunque, di risultati molto interessanti che non solo ribadiscono l’importanza del cane nella comprensione dei meccanismi neurodegenerativi implicati nella demenza senile, ma sanciscono anche il diretto coinvolgimento della via nervosa serotoninergica nella genesi dei disturbi cognitivi e mnemonici legati ad un invecchiamento cerebrale patologico.