La carta d’identità delle FORL
Sono una delle cause più frequenti di dolore facciale nel gatto. La loro eziologia è ancora piuttosto oscura, anche se vengono invocate cause di natura meccanica (traumi), infiammatoria (pulpite) ed infettiva (parodontite cronica). Richiedono un costante monitoraggio radiografico e, ciò nonostante, la loro terapia d’elezione rimane l’estrazione chirurgica del dente malato. In una sigla, sono le “FORL” (Feline odontoclastic resorptive lesions), più semplicemente conosciute come “riassorbimenti dentali”, sia interni (dalla polpa al cemento) che esterni (dal cemento alla polpa).
Di queste malattie che affliggono i felini domestici in una percentuale compresa tra il 30% ed il 67%, parla sulle pagine di “Veterinary Focus” l’odontostomatologo francese Nicolas Girard, soffermandosi in particolare sul loro controverso profilo eziologico: dalle ipotesi di tipo meccanicistico, che vedono nello stress masticatorio una delle cause maggiormente implicate, specie per le FORL a carico dei denti carnassiali; a quelle infettivo-infiammatorie, contraddistinte da fasi acute di riassorbimento del dente, e croniche di riassorbimento della dentina, alternata a riparazione per apposizione di cemento ed osso neoformato; ed, infine, a quelle metaboliche, in particolare un’ipervitaminosi D di origine dietetica, che determinerebbe un’alterazione del metabolismo osseo alveolare e dell’integrità del legamento periodontale.
Dolore facciale, astenia, alterata postura di testa e collo, riduzione dell’appetito. Sono questi i segni clinici che più frequentemente devono indurre il sospetto diagnostico di una FORL, ed esortare lo specialista ad un’opportuna conferma radiografica. Da un punto di vista diagnostico, scrive Girard, l’esame radiografico è essenziale, anche per rivelare quelle lesioni che coinvolgono la superficie del dente a contatto con l’osso alveolare, e che non compaiono all’ispezione diretta del cavo orale.
E il trattamento? Le opzioni proposte – estrazione del dente, amputazione della corona o terapia conservativa – sono legate alle caratteristiche stesse del riassorbimento, all’eventuale coinvolgimento sopragengivale e, soprattutto, al grado di infiammazione che le accompagna.