Artrosi: no alla monoterapia
L’artrosi è sicuramente la causa più comune di dolore cronico nel cane. Un dolore, secondo quanto affermato dall’ortopedico Carmichael, che, a differenza delle sofferenze acute, ha perso qualsiasi finalità protettiva e “lavora” a livello articolare, anche quando la malattia non è francamente sintomatica.
Ottenere un soddisfacente controllo sul dolore, migliorare la qualità di vita del paziente artrosico e favorire il recupero strutturale dell’articolazione, sono sicuramente gli obiettivi principali individuati dallo stesso Carmichael, e perseguibili solo con un approccio multimodale. Un approccio, cioè, che, oltre ad individuare interventi di diversa natura, efficaci nell’agire in sinergia sui molteplici meccanismi dell’artrosi, sia in grado di modulare la combinazione di tali interventi in base alla progressione della malattia ed alle esigenze del paziente.
Cinque le aree individuate in questa strategia di combinazione, che Carmichael sigla con le prime lettere dell’alfabeto. “A” sta per analgesia, da perseguire con una combinazione di sintomatici, in grado di agire sui meccanismi, sia centrali che periferici, del dolore articolare; “B” (bodyweight) significa il controllo dietetico del peso e dell’eventuale sovraccarico articolare; “C” è il controllo dell’evoluzione della malattia e, se necessario, il riaggiustamento della combinazione di interventi; “D” è la malattia su cui agire con approcci “disease or mechanism-oriented” come la condroprotezione; ed infine “E” sta per “esercizio”, inteso sia come controllo dell’esercizio fisico che come l’insieme di misure fisioterapiche, finalizzate al recupero dell’articolazione artrosica.
Carmichael S. Understanding OA management in dogs. Proceedings of the Southern European veterinary Conference, Barcelona, October 2-4, 2009, www.ivis.org