Nutraceutici: passato, presente e futuro
Si sono ritrovati tutti a Cremona, farmacologi, nutrizionisti e comportamentalisti, per discutere di “nutrimedicina”: quella branca sempre più emergente della medicina, che sfrutta i poteri curativi di principi funzionali di origine sia animale che vegetale, e che oggi richiama attenzioni sempre maggiori nel settore della ricerca sia sperimentale che clinica.
Un cammino lungo, quello della nutrimedicina, che, come ha spiegato il nutrizionista Pier Paolo Mussa (Università di Torino), affonda le radici nelle antiche civiltà, e, dopo aver progressivamente adottato i metodi della Scienza, è oggi entrata a far parte dell’armamentario disponibile per contrastare numerose condizioni patologiche: dall’artrosi, alle allergie, alle malattie su base neurodegenerativa, infiammatoria ed ossidativa.
Mussa ha sottolineato come quello della nutrimedicina sia un panorama ancora piuttosto incerto; per la confusione terminologica che grava su nutraceutici, integratori, supplementi nutrizionali o cibi funzionali; per la mancanza di una regolamentazione specifica di questo settore, con conseguente variabilità quali-quantitativa dei singoli prodotti disponibili; per l’uso molto spesso improprio e distorto di nutraceutici e fitoterapici; per la disomogeneità dei risultati ottenuti dagli studi clinici; per la presenza di bias di selezione e di valutazione nelle revisioni sistematiche che, in ogni caso, hanno consentito, specie per la classe dei nutraceutici anti-artrosici, il superamento della concezione aneddotica della nutrimedicina, a favore di un approccio basato sulle evidenze (EBM).
Di fronte a questo variegato panorama, parlano i numeri della medicina, sia umana che veterinaria: un mercato mondiale di nutraceutici e fitoterapici stimato intorno ai 53 bilioni di dollari; tre milioni di consumatori solo in Italia; un giro di affari di due miliardi di euro per il consumo di erbe officinali in Italia; un trend di crescita del 10% solo per il settore dei nutraceutici per l’artrosi del piccolo animale.
Un mercato, dunque, in piena espansione che, però, richiede alcune regole indispensabili per sperimentarne i benefici effetti: rivolgersi a produttori seri ed affidabili; e, soprattuto, scegliere principi funzionali che abbiano dati pubblicati di biodisponibilità, efficacia clinica e sicurezza d’impiego.
Programma del seminario in
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