Radicali liberi e artrosi: una conferma
Carlo Maria Mortellaro (Ordinario di Fisiopatologia Chirurgica presso l’Istituto di Clinica Chirurgica e Radiologia Veterinaria del Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie dell’Università di Milano) ed Alda Miolo (Coordinatore del CeDIS di Innovet) sono gli autori di questa dettagliata review che fornisce una visione attuale ed aggiornata di quello che ormai viene riconosciuto, unitamente alla condrodegenerazione, il principale meccanismo di danno artrosico: lo stress ossidativo-infiammatorio. “Si tratta – sostengono gli autori – della diretta conseguenza dell’accumulo endoarticolare incontrollato di radicali liberi, ora identificati tra i principali induttori di danno artrosico, in quanto capaci di innescare, amplificare e cronicizzare le alterazioni degenerative ed infiammatorie a carico di tutti i tessuti articolari.” Puntuale la spiegazione che Miolo e Mortellaro fanno delle sequele di danno indotte dai radicali liberi:
– nella cartilagine, dove amplificano la condrodegenerazione, provocando morte per apoptosi dei condrociti e potenziando la degradazione della matrice, sia direttamente (rottura di aggrecani e collagene) che indirettamente (attivazione di proteasi litiche);
– nella membrana sinoviale, dove attivano e sostengono un’infiammazione reattiva, in virtù della capacità di alterare il microcircolo, attivare i fattori preposti alla sintesi di mediatori pro-infiammatori, nonché sensitizzare le terminazioni nervose periferiche;
– nell’osso subcondrale, dove inducono manifestazioni di tipo erosivo, a causa del progressivo disequilibrio tra riassorbimento e deposizione di matrice ossea, a favore del primo.
Importanti i risvolti applicativi sottolineati nelle conclusioni dagli Autori:“…Grazie alle numerose evidenze scientifiche che hanno portato alla dimostrazione del ruolo centrale dei radicali liberi nello stress ossidativo-infiammatorio, si sono aperti nuovi orizzonti nello studio e nella terapia dell’artrosi. Ad una fase in cui le strategie di ricerca si sono focalizzate sull’utilizzo di sostanze in grado di contrastare esclusivamente i fenomeni condrodegenerativi, è destinata a succedere una fase in cui vengono privilegiate le indagini volte a valutare il ripristino del corretto ambiente ossidativo endoarticolare e, attraverso questo, il controllo dei risvolti degenerativi, infiammatori ed algogeni associati al suo disequilibrio.
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