LEONARDO, IL LEONE SALVATO DA UN ROBOT
L’intervento è il primo nel suo genere e porta nuovamente alla ribalta internazionale la medicina veterinaria italiana. Così come era successo nel 2011, quando il noto ortopedico Aldo Vezzoni coordinava il team di chirurghi che per la prima volta al mondo eseguiva l’impianto di una protesi al titanio nell’anca di una tigre malese. Questa volta tocca all’unità di chirurghi e anestesisti dell’ospedale veterinario di Lodi, che hanno portato a termine con successo il pionieristico “progetto Leonardo”: salvare da morte certa un leone di 8 anni e 130 kg, affetto da un raro tumore surrenalico, mai asportato prima nella specie “Panthera leo”, che lo aveva completamente privato della criniera. Che fare? Impensabile intervenire su Leonardo con una chirurgia tradizionale: troppo imponenti i danni ai tessuti, e troppo lungo il decorso post-operatorio per un paziente non in buone condizioni generali. La soluzione è stata il robot-chirurgo: l’utilizzo di un robot a 3 bracci (tanti quanti i fori della laparoscopia), capace di movimenti precisissimi e comandati a distanza dall’equipe chirurgica. Dopo esser stato anestetizzato “a casa sua” (nel Parco safari delle Langhe di Murazzano), Leonardo è stato sottoposto ad un intervento di circa 4 ore, durante il quale il robot-chirurgo ha eseguito l’asportazione completa della massa tumorale. Ricondotto nel suo ambiente di vita, Leonardo ha ripreso già dopo 24 ore a mangiare e bere. Nessun problema nel decorso post-operatorio. Oggi, afferma l’anestesista Giuliano Ravasio, il paziente può considerarsi clinicamente guarito e fra circa 6-8 mesi avrà anche la sua bella criniera. La notizia, battuta da tutte le agenzie stampa, è un altro riconoscimento internazionale per tutta la medicina veterinaria e per i livelli di eccellenza raggiunti anche nel nostro Paese. Leggi la notizia su “Popular Science”: http://www.popsci.it/il-re-della-savana-sopravvive-anche-all…