Dolore chirurgico? Lo trattiamo troppo poco.
Una task force di clinici americani e canadesi pubblica su JSAP (Journal of Small Animal Practice) un articolo che discute i tassi di prevalenza, le cause e i rimedi di quella che tecnicamente viene definita “oligoanalgesia”, vale a dire l’insufficiente riconoscimento e trattamento del dolore acuto peri-operatorio.
Stando alle analisi epidemiologiche pubblicate, la percentuale di pazienti veterinari che viene dimessa con dolore dopo la chirurgia è più del 50% e, nonostante si invochi un approccio multimodale al dolore, le pratiche analgesiche vengono molto spesso effettuate in ritardo e solo se giudicate strettamente necessarie.
Le ragioni di questa scarsa considerazione del dolore acuto di natura chirurgica? “Gli effetti avversi associati ai tradizionali analgesici – si legge – possono funzionare da deterrente…
Ci sono comunque anche altri fattori, come la scarsa propensione a valutare il dolore peri-operatorio, o la poca conoscenza delle conseguenze legate alla persistenza di questo dolore.”
L’insufficiente trattamento del dolore perioperatorio è infatti uno dei fattori più chiamati in causa nella comparsa di un dolore maladattivo, neuropatico, oltre che di una serie di danni che possono coinvolgere in maniera drammatica il sistema cardio-respiratorio e le risposte ormonali allo stress.
Che fare? Diffondere le conoscenze sui danni che una scarsa gestione del dolore post-operatorio può provocare è sicuramente il primo passo. Vale anche sensibilizzare sui metodi oggi a disposizione del medico veterinario per riconoscere il dolore animale e valutarne la gravità. Non ultimo, è fondamentale il coinvolgimento del proprietario, pedina essenziale per rilevare tempestivamente la sofferenza dell’animale e collaborare con il medico veterinario nell’alleviarla in maniera rapida, sicura ed efficace.
Simon BT, Scallan EM, Carroll G, Steagall PV. The lack of analgesic use (oligoanalgesia) in small animal practice. J Small Anim Pract. 2017; 58(10):543-554