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Il prurito nel cane

Il prurito nel cane

Il prurito è uno dei fastidi più diffusi e spiacevoli, non solo per il cane ma anche per il suo proprietario. La ricerca della causa scatenante è lunga e complessa e deve essere fatta dal veterinario in collaborazione con il proprietario. Esistono oggi strumenti naturali per controllare efficacemente questo fastidioso problema.

 

Le possibili cause sono moltissime.

Se osservate il vostro cane grattarsi e leccarsi insistentemente, mordicchiarsi il pelo, strofinarsi o scuotere la testa, potete sicuramente affermare che soffre di prurito. Ma quali sono le cause che stimolano l’animale a grattarsi? I motivi possono essere tantissimi. Anche se i più comuni sono quelli di natura allergica. Malattie come la dermatite atopica, l’allergia alimentare o l’allergia al morso delle pulci rappresentano infatti le cause più frequenti di prurito. Oltre alle allergie cutanee, però troviamo anche le malattie su base autoimmune, i tumori e le infezioni. Fino ad arrivare a disordini generali, come l’obesità, il diabete o l’insufficienza renale, che, attraverso meccanismi non ancora completamente chiariti, si accompagnano ad una persistente e generalizzata sensazione di prurito.

 

Ogni cane ha la sua soglia di prurito.

Il prurito viene percepito solo quando viene superata la cosiddetta “soglia del prurito”. Si tratta della quantità di stimoli oltre la quale un determinato soggetto comincia a grattarsi. Se questa soglia è bassa, l’animale si gratterà anche per stimoli molto lievi (ad esempio, se la sua pelle è secca). Viceversa, se la soglia è alta, serviranno stimoli intensi perché il nostro cane cominci a grattarsi. La soglia del prurito è soggettiva (ogni soggetto ha la sua) e può variare nel tempo anche nel medesimo animale in base a moltissimi fattori (es. livello di stress, livello di idratazione cutanea, temperatura dell’aria).

 

Bisogna diagnosticare le cause.

Il prurito è “solo” un sintomo che qualcosa non va e per questo è importante ricercarne la causa. In questa complessa ricerca, è il proprietario ad avere un ruolo fondamentale; fornendo al veterinario le informazioni essenziali lo aiuterà a formulare una diagnosi rapida e il più certa possibile. Purtroppo i nostri cani spesso trascorrono molto tempo da soli, e non è sempre facile riferire al veterinario il loro comportamento. Per questo, è fondamentale concentrarsi sui segni di “autotraumatismo” che il cane si provoca con il continuo grattamento o mordicchiamento: le escoriazioni, le zone con peli radi e spezzati, le croste brune formate da sangue secco, ecc. Importante anche la colorazione brunastra del pelo delle zampe o dell’area genitale che, specie nei cani con il mantello chiaro, è indicativa di leccamenti continui e costanti.

 

Primo: eliminare le cause.

Una volta individuata la causa è assolutamente importante eliminarla per interrompere lo stimolo del prurito. Nel caso di allergia alimentare, ad esempio, è necessario escludere dalla dieta l’alimento incriminato; se invece il prurito è causato da parassiti (es. pulci) dovremo eseguire un’opportuna profilassi anti-parassitaria. Più complesso è il caso della dermatite atopica dove non è possibile stabilire esattamente un’unica causa ambientale per cui sarà necessario impostare una “terapia desensibilizzante” che tende a diminuire la reattività generale del sistema immunitario.

 

Il prurito va gestito.

Sia che venga identificata la causa del prurito e, a maggior ragione, quando questo non sia possibile, è comunque importante calmare la sensazione di prurito per evitare che il grattamento insistente possa causare lesioni cutanee che a volte possono essere talmente gravi da mettere a repentaglio la stessa vita del cane. Esistono diversi farmaci in grado di far ciò in maniera efficace, ma spesso questi provocano effetti collaterali importanti che ne sconsigliano l’utilizzo per lunghi periodo. Soprattutto nei soggetti atopici, infatti, dove non è possibile eliminare completamente gli stimoli del prurito, diventa assolutamente primario controllare “vita natural durante” questa fastidiosa sensazione.

 

Gestire il prurito “secondo Natura”

Recentemente è stato individuato un gruppo di sostanze endogene (presenti naturalmente nella cute del cane e di altri animali, uomo compreso) selezionate dalla Natura per controllare le cellule immuno-infiammatorie (cellule responsabili della reazione allergica e dell’infiammazione) riducendo di conseguenza anche il prurito. Si tratta delle aliamidi che, somministrare per via orale e/o topica, si sono dimostrate in grado di potenziare i naturali meccanismi di protezione della cute (e di altri tessuti dell’organismo), e così facendo di controllare in maniera fisiologica il prurito e l’infiammazione cutanea.

In particolare, un recente studio scientifico realizzato in Italia su un’ampia popolazione di cani di proprietà affetti da Dermatite Atopica, ha dimostrato che una forma ultramicronizzata* di Palmitoiletanolamide (PEA-um) è in grado di ridurre in maniera significativa il prurito e le lesioni cutanee, migliorando di conseguenza la qualità della vita degli animali atopici. La PEA-um, inoltre, grazie alla sua naturale presenza nell’organismo animale, è priva di effetti collaterali e pertanto può essere utilizzata senza problemi per lunghi periodi nella gestione cronica del cane affetto da prurito e da dermatite allergica.

Per questo motivo i prodotti a base di PEA-um [link a Redonyl] si configurano come un utile strumento per gestire a lungo termine in maniera sicura e naturale i cani con prurito cronico migliorando il loro benessere e la loro qualità della vita.

 

 


* La PEA-um (ultramicronizzata) è una forma innovativa di PEA, caratterizzata da una ridotta dimensione delle sue particelle che ne aumenta notevolmente la biodisponibilità e l’efficacia per via orale.