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NGF e ALIA in TRECCANI

Individuato nel 1952 da Rita Levi Montalcini, il fattore nervoso di crescita o NGF (Nerve Growth Factor) continua, mezzo secolo dopo la sua scoperta, a far convergere su di sé l'attenzione degli studiosi di tutto il mondo, non soltanto per la straordinaria importanza nella "scacchiera" biologica delle Neuroscienze, ma ora anche come modulatore dei meccanismi dermo-epidermici di difesa e riparazione.
NGF e ALIA in TRECCANI

In occasione del Cinquantenario di questa eccezionale scoperta, che nel 1986 valse il premio Nobel a Rita Levi Montalcini, nel sito dell’Enciclopedia Treccani ( http://www.treccani.it/site/scienze.htm ) è disponibile il saggio che l’illustre studiosa scrisse nel 2000 proprio come appendice della più famosa enciclopedia italiana. Dopo aver ripercorso le tappe dell’affascinante storia scientifica di questo fattore di crescita – dall’attività neurotrofica alla fine regolazione di complesse risposte neuro-endocrino-immunitarie e comportamentali (ansia, stress) – la Montalcini spiega chiaramente come, in base alle sue proprietà, l’NGF possa ora essere identificato anche come “iniziatore” di due fasi cruciali nei fenomeni di riparazione cutanea: l’infiammazione e l’iperalgesia, cioè l’esagerata percezione dolorifica di stimolazioni cutanee normalmente non risultanti in sensazioni dolorose. “È del 1960 – scrive la Montalcini – la prima evidenza che l’infiammazione provoca aumenti dei livelli locali di NGF, ma ci sono voluti più di tre decenni per definire che tale aumento è responsabile anche dell’iperalgesia dei tessuti infiammati.” E ancora più in dettaglio: “Se da un lato il difetto di NGF comporta deficit a più livelli nei processi cicatriziali, dall’altro un suo eccesso potrebbe avere conseguenze di natura iper-reattiva ed ipertrofica (es. cheloidi).” Se a questo si aggiunge che l’NGF si libera non solo dalle terminazioni nervose locali, ma anche da quelle cellule residenti cutanee primariamente implicate nelle fasi cicatriziali, cioè i mastociti, si delinea chiaramente un’importante “finestra d’intervento” citata dalla stessa Montalcini:” Al fine di evitare che un eccesso di NGF provochi un eccesso di cicatrizzazione, si è ricorsi all’utilizzazione di sostanze endogene, note come N-aciletanolamidi, che si accumulano nei tessuti in seguito a danno e che, attraverso uno specifico meccanismo recettoriale, down-modulano l’attivazione dei mastociti, esercitando un’azione locale “anti-lesiva”, definita ALIA (Autacoid Local Injury Antagonism).”