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L’identità del cane

Così si intitola l’ultimo libro di Roberto Marchesini, pubblicato - con il contributo di Innovet - dalla Apeiron, casa editrice di Bologna che si occupa specificatamente di scienze biologiche e di etica applicata al campo biomedico. Un libro che, come le altre pubblicazioni di questo noto e prolifico autore, ci insegna a guardare il cane con occhi diversi, rispettandone l’identità specie-specifica, ma anche traendone spunti vitali per capire meglio l’universo umano.
L’identità del cane

Roberto Marchesini: epistemologo, saggista, presidente SISCA (Società Italiana di Scienze Comportamentali Applicate), Direttore della scuola di interazione uomo animale, nonchè della collana “Neobiologie” e del periodico “Quaderni di bioetica”, docente di scienze comportamentali applicate in alcuni atenei italiani. Una lista di titoli davvero lunga per questo eminente studioso, ritenuto il principale responsabile della diffusione del pensiero zooantropologico in Italia. Quella corrente etico-filosofica applicata alla scienze veterinarie, che si propone di superare la limitante dicotomia tra uomo ed animale e di sostituirla con un “ibrido”: in pratica, un’intima simbiosi tra queste due specie che, pur nel rispetto delle specifiche caratteristiche, le arricchisce di nuove potenzialità cognitive, impensabili se questi due mondi rimanessero rigorosamente separati.
E l’”ibrido zooantropologico” – uno dei “Mananimals” del cinese Daniel Lee raffigurante un’inquietante commistione tra fattezze umane e canine – è proprio la copertina di quest’ultimo libro, con cui Marchesini si propone di: “spiegare il cane come entità relazionale ibrida che non può essere compresa solo facendo riferimento alla sua sola identità specie-specifica, ma sfasando i piani del rapporto uomo-cane…forzando, cioè, le chiusure di specie, ossia le sicurezze specie-centrate e le xenofobie specie-specifiche…”.
In parole povere, Marchesini ci esorta a “guardare il cane con occhi diversi”. E sono occhi che devono tralasciare i luoghi comuni su questo nostro antico compagno di vita, o le facili lusinghe della sua assimilazione/omologazione alle coordinate del nostro mondo. “Dobbiamo – scrive Marchesini – incontrare il cane a metà strada …mettendo per un attimo da parte gli schemi consueti, le certezze del cane “lupo selvaggio e tenebroso” o del cane “bambino bisognoso di affetto”.
Ci sentiamo di consigliare la lettura di questo libro a tutti: non solo a medici veterinari, a studiosi di bioetica e di comportamento animale, a proprietari attenti e responsabili, ma a chiunque senta il desiderio di “capire qualcosa in più di noi stessi” attraverso questo “strano lupo” che ci sta fedelmente al fianco da 50.000 anni a questa parte.