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Artrosi: non solo anziani

In edicola il 4 ottobre, con il Corriere della Sera, il supplemento “Amici Animali” dedicato alla salute degli animali da compagnia. Tra gli argomenti trattati, l’artrosi del cane in crescita, sintetizzata, nei suoi tratti clinici e terapeutici, da Carlo Maria Mortellaro.
Artrosi: non solo anziani

Il cane in giovane età può soffrire di artrosi? Ci sono razze di cani più predisposte all’artrosi rispetto ad altre? Quali sono i fattori che aumentano il rischio di degenerazione articolare durante lo sviluppo dell’animale? Possiamo prevenire l’artrosi del cucciolo? Ma se già ne è affetto, cosa è consigliabile fare?
Domande vitali per la salute del cane in crescita, cui Carlo Maria Mortellaro (Professore Ordinario di Patologia Chirurgica Veterinaria all’Università di Milano) ha risposto in modo chiaro e sintetico dalle pagine di “Amici Animali”, la guida per imparare a conoscere e a prendersi cura dei propri animali da compagnia, che periodicamente esce con il settimanale “Corriere della Sera Magazine”.
“L’artrosi del cucciolo – spiega Mortellaro – è legata ad un’infinità di fattori di rischio: genetici, di sviluppo e ambientali. Tra i primi, va considerata la razza. I cani di taglia grande/gigante, ad esempio, sono i più esposti alle temibili DOD (Developmental Orthopaedic Disease): quelle malattie ortopediche (displasie, lussazioni, deviazioni angolari), che nel periodo dello sviluppo rappresentano il terreno di partenza per danni artrosici legati all’instabilità e alla lassità delle articolazioni.”
Che fare? Mortellaro delinea un attacco combinato all’artrosi del cucciolo, fatto di prevenzione e di cura. “Un’accurata e precoce visita clinica del medico veterinario potrà dirci se il nostro amico a quattro zampe è a rischio di artrosi: per appartenenza di razza, ma anche perché in sovrappeso o precocemente iniziato a pesanti training fisici per lavoro o sport”.
Mortellaro elenca, poi, i capisaldi della prevenzione dell’artrosi: dall’adozione di regimi dietetici e di esercizio fisico controllati; all’utilizzo di sostanze capaci non solo di proteggere la cartilagine (condroprotettori), ma anche di rinforzare la stabilità dell’articolazione in crescita, agendo direttamente sui tessuti molli (muscoli e legamenti) di contenimento; fino alla chirurgia cosiddetta preventiva, mirata a correggere le cause artritogene primarie e, dunque, a ristabilire la corretta conformazione articolare.