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Mastociti sensibili al grattamento

Una delle conseguenze più fastidiose del prurito – il grattamento – provoca l’immediata degranulazione dei mastociti cutanei e la deplezione di neuropeptidi (sostanza P) dalle locali fibre sensoriali.
Mastociti sensibili al grattamento

Con l’intento di comprendere nel dettaglio i meccanismi fisiopatologici del prurito, un gruppo di dermatologi di Tokyo (Giappone) ha messo a punto un modello sperimentale di “skin-scratching”, sottoponendo dei topi a grattamenti ripetuti con spazzole di crine di cavallo o maiale ed osservandone poi la risposta della cute, in termini di comportamento funzionale dei mastociti e delle locali terminazioni nervose.
In sintesi, i ricercatori hanno dimostrato che grattare un topo provoca l’immediata (entro tre minuti) degranulazione dei locali mastociti, nonché la rapida scomparsa della sostanza P dai nervi, per probabile rilascio antidromico [NdR in senso opposto alla normale direzione dell’impulso nervoso, dalla periferia al centro] di questo neuropeptide.
Praticamente, il grattamento aumenta subito la degranulazione mastocitaria e, a seguire, depleta le fibre nervose sensoriali, dermiche ed epidermiche, di quei neuromediatori – sostanza P, appunto – che, oltre ad essere coinvolti nei meccanismi di sensitizzazione pruritogena, vanno ulteriormente ad amplificare la stessa degranulaziona mastocitaria in atto e, dunque, l’ulteriore rilascio di sostanze pro-infiammatorie e pruritogene.
Il dato sperimentale è ricco di risvolti applicativi. Primo tra tutti, la necessità di adottare quelle strategie di approccio che, agendo sul meccanismo – l’iper-degranulazione dei mastociti – che per primo viene attivato dal grattamento stesso, possono rivelarsi efficaci nel controllo delle diverse condizioni pruritogene della cute del cane e del gatto.