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Swedencare

Il mio “buon vecchio cane”

I veterinari della Tufts University dedicano un libro alla gestione del cane anziano. Obiettivo? Aiutare il nostro “buon vecchio cane” a trascorrere in salute e serenità i suoi “golden years”.
Il mio “buon vecchio cane”

Sono 12 i capitoli con cui un gruppo di medici veterinari, coordinati dal comportamentalista Nicholas Dodman e dal giornalista del “New York Times” Lawrence Lindner, si rivolge ai proprietari di cani, con l’obiettivo di fornire loro un vademecum per la gestione attenta e responsabile dei loro amici a quattro zampe, ormai entrati nella “terza età”.
Si comincia dalla considerazione che “vecchio non significa malato”. Significa piuttosto che i bisogni di salute e cura del nostro compagno di vita sono cambiati. Il suo metabolismo è rallentato. Le sue difese immunitarie si sono indebolite. Il suo cervello è diventato meno plastico e più restio ai cambiamenti. I suoi organi sono più esposti alle malattie legate all’inesorabile passare del tempo.
Ebbene, è proprio questo il momento di darsi più da fare per lui, mettendo in atto quello che Dodman definisce un vero e proprio “sistema di supporto” a misura di anziano. Innanzitutto, un occhio di riguardo va riservato all’alimentazione, da personalizzarsi in base allo stato di salute, ed arricchendola di quei supplementi nutrizionali utili a contrastare lo stress ossidativo età-dipendente, piuttosto che rinforzare le giunture usurate dall’anzianità.
Molto importante conoscere anche le malattie cui i nostri vecchietti di casa sono particolarmente propensi: cardiopatie, neoplasie, malattie renali, ma anche malattie della bocca, dismetabolismi (diabete) e disequilibri ormonali (sindrome di Cushing). Come altrettanto vitale è proteggere le loro articolazioni per prevenire (o curare fin da subito) quei dolori da artrosi che possono rendere davvero difficili gli anni della loro vecchiaia.
Un capitolo a parte viene riservato alla demenza senile e a tutte quelle strategie che il proprietario può mettere in atto per prevenirla: allerta sui segnali di disagio comportamentale del proprio cane; rinforzo degli stimoli ambientali; utilizzo di supplementi a comprovato effetti neuroprotettivi.
A prima vista si ha l’impressione che il proprietario di un cane anziano sia chiamato ad un impegno gravoso, ripartito tra quotidiane attenzioni domiciliari e costanti visite veterinarie. Ma non è così. L’attenzione commisurata ai nuovi bisogni dell’animale anziano lascia traccia solo dell’impagabile soddisfazione di vedere un componente della nostra famiglia vivere in salute e serenità anche gli anni della sua vecchiaia.