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Atopia: oltre la pelle c’è di più

La dermatite atopica influenza negativamente la qualità di vita sia del cane che del suo proprietario. E la compromissione è tanto maggiore quanto più grave è il prurito.
Atopia: oltre la pelle c’è di più

Qualche mese fa era stata la task force internazionale di esperti di atopia canina a pubblicare su “Veterinary Dermatology” un questionario che, basandosi su 13 domande specifiche, si prefiggeva di individuare l’impatto che la dermatite atopica aveva sul parametro “qualità della vita” sia del cane che del suo proprietario [NdR: Favrot C et al. Vet Dermatol 2010; 21: 64-70].
Ora, la stessa rivista divulga i dati ottenuti dall’analisi di 98 questionari e dimostra a chiare lettere che la maggior parte dei proprietari risente pesantemente della malattia del proprio animale, andando incontro ad alterazioni di umore, piuttosto che a disturbi del sonno ed aumentata irritabilità. E queste alterazioni comportamentali sono tanto più consistenti quanto più gravi sono i disturbi dei loro pet e quanto più profondo è il legame d’affetto che li unisce.
Relativamente al cane, a comprometterne la qualità di vita è soprattutto l’intensità e la gravità del prurito. E sono gli stessi proprietari a riferire che questo sintomo e, molto spesso, gli effetti avversi di terapie anti-pruritogene a lungo termine (es. cortisonici), interferiscono drammaticamente con le normali attività di gioco, con le passeggiate o i riposi notturni del loro animale da compagnia.
Scarsa fiducia anche nei confronti dei classici trattamenti contro la dermatite atopica canina. Solo il 50% dei proprietari pensa, infatti, che tali terapie siano in grado di migliorare in modo sostanziale e definitivo la condizione clinica del loro cane, e questa percentuale sale in modo direttamente proporzionale alla gravità del prurito. Infine, molto elevata risulta anche la preoccupazione per gli effetti avversi ed i costi di queste terapie.
Un panorama, dunque, di incertezza che, a fronte del pesante impatto sulla qualità di vita di tutti i componenti della famiglia, obbliga il medico veterinario a soffermarsi sulle indicazioni terapeutiche più idonee, capaci cioè di combinare i comprovati effetti anti-pruritogeni ad un elevato profilo di sicurezza e ad un sostenibile impegno economico.