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Demenza canina: una forma di Alzheimer precoce

Una ricerca ribadisce le condivisioni, strutturali e molecolari, tra la disfunzione cognitiva del cane e le fasi precoci dell’Alzheimer umano.
Demenza canina: una forma di Alzheimer precoce

Un gruppo di patologi danesi, veterinari ed umani, pubblica su Journal of Alzheimer’s Disease un’interessante e dettagliata ricerca, istologica ed immunochimica, volta a stabilire l’intima condivisione biologica e molecolare tra la degenerazione patologica che colpisce il cervello dei cani affetti da deficit cognitivi e quella che interessa i pazienti affetti da un’altrettanto frequente forma di neurodegenerazione come la malattia di Alzheimer.
Nel mirino dei ricercatori sono finiti marcatori molto noti delle patologie neurodegenerative senili di entrambe le specie, nonché della neuroinfiammazione che le accompagna: dalla proteina beta-amiloide che, con l’età, si deposita nella parete dei vasi cerebrali e meningei; alla proteina tau che, in virtù di anomalie del suo stato di fosforilazione, si aggrega nei cosiddetti grovigli o ammassi neurofibrillari; alla determinazione di marker pro-infiammatori (citochine), di cui il team di ricerca indaga la concentrazione a livello di corteccia pre-frontale.

 

Questo studio – si legge – dimostra un’evidente similitudine tra la disfunzione cognitiva dei cani anziani e le caratteristiche neuropatologiche della malattia di Alzheimer in fase precoce.”

 

Tant’è che, rispetto ai cani anziani sani, nei 10 soggetti con diagnosi comportamentale di disfunzione cognitiva si evidenzia un marcato accumulo di proteina beta-amiloide, oltre che di proteina tau, co-localizzata assieme ad altre proteine regolatorie (ubiquitine) su neuroni ed astrociti, e correlata più all’età che alla gravità del disturbo cognitivo senile.
Un complesso di modifiche che i ricercatori hanno peraltro individuato anche durante l’analisi microscopica del cervello di uomini anziani affetti da malattia di Alzheimer in fase precoce.
Il “messaggio chiave” è lampante: nel cane e nell’uomo l’anzianità cerebrale corre su binari paralleli, con la condivisione di molti dei meccanismi che scatenano la neurodegenerazione patologica e, ovviamente con le debite differenze legate alla specie, con la comparsa di invalidanti deficit comportamentali, di cognizione e memoria che da tale neurodegenerazione derivano.

 

Schütt T, Helboe L, Østergaard Pedersen L et al. Dogs with Cognitive Dysfunction as a Spontaneous Model for Early Alzheimer’s Disease: A Translational Study of Neuropathological and Inflammatory Markers. J Alzheimers Dis. 2016 Mar 15. [Epub ahead of print]