Amici del cuore

Karen Allen, ricercatrice presso la Scuola di Odontoiatria della State University of New York a Buffalo, pubblica su Psychosomatic Medicine – rivista ufficiale dell’American Psychosomatic Society – i risultati di un ampio studio condotto su 120 coppie sposate che possedevano un pet da almeno sei mesi ed altrettante che, al contrario, non erano proprietarie di animali da compagnia da almeno cinque anni. Tutte le 240 coppie sono state sottoposte a domicilio a due tipi di stress, l’uno di natura fisica (tenere la mano in una bacinella di acqua ghiacciata per due minuti) e l’altro mentale (risolvere alcuni problemi aritmetici per cinque minuti). “Abbiamo constatato – scrive la Allen – che la pressione sanguigna ed il ritmo cardiaco dei proprietari di pet erano, durante le prove, più nella norma rispetto ai valori riscontrati nelle coppie che non possedevano animali, a significare che la presenza di un cane o di un gatto migliora la risposta cardiovascolare allo stress. Per entrambi i gruppi (proprietari e non), il livello massimo di tensione si rilevava in presenza del proprio coniuge.” “Già nel 1991 – spiega la ricercatrice – avevamo dimostrato l’effetto positivo della presenza dei cani sulle risposte autonomiche allo stress nelle donne. Questa nuova indagine è molto più vasta, coinvolgendo anche gli uomini ed includendo tra i pet anche i gatti.” Circa un’ipotetica spiegazione dei risultati ottenuti, Karen Allen afferma:” È molto probabile che gli effetti benefici osservati siano strettamente associati alla percezione che il soggetto ha del proprio animale, riconoscendone la valenza calmante e rassicurante rispetto all’ambiente circostante.” Non altrettanto si può dire per la presenza del coniuge…
Allen K, Blascovich J, Mendes WB, 2002, Cardiovascular reactivity and the presence of pets, friends and spouses: the truth about cats and dogs, Psychosomatic Medicine, 64: 727-739