CDS e stress ossidativo
Una review, pubblicata nel fascicolo di gennaio 2008 di “Veterinary Clinics of North America”, ripercorre in maniera sistematica le tappe che hanno portato alla dimostrazione del ruolo patogenetico dello stress ossidativo nei disordini cognitivi e comportamentali del cane anziano.
La firma è di tre noti studiosi di “invecchiamento cerebrale”, che aprono la review con la definizione di CDS (Cognitive Dysfunction Syndrome): quella disfunzione cognitiva e comportamentale, potenzialmente in grado di colpire il cervello degli animali anziani, e di provocare un complesso ed invalidante ventaglio di sintomi ascrivibili alle principali categorie comportamentali definite per il cane.
Elizabeth Head, Jaime Rofina e Steven Zicker pongono il danno ossidativo al centro delle molteplici alterazioni neurodegenerative che sottendono la CDS. È, infatti, l’accumulo di prodotti ossidativi che induce alcune delle principali modifiche involutive cerebrali legate all’età: dalla deposizione di amiloide, la cui sintesi è aumentata dall’iperproduzione radicalica; all’avvio di processi di demielinizzazione, invocati, anche nell’uomo, per spiegare i deficit cognitivi età-dipendenti. Non solo. Anche nel cane, risulta chiaramente dimostrato il nesso causale tra meccanismi neurodegenerativi, stress ossidativo incluso, da una parte, e disturbi cognitivi e comportamentali clinicamente conclamati, dall’altra.
Alla luce di queste considerazioni, pare evidente come tra le misure di neuroprotezione invocate dagli Autori figurino quelle di natura antiossidante che, specificatamente deputate a riequilibrare lo stato ossidativo del cervello, agiscono su una delle alterazioni neurodegenerative, maggiormente implicate nella genesi delle demenze dei cani anziani e dei segni clinici, cognitivi e comportamentali, ad esse correlate.