Condroitin solfato: più puro, più efficace
Sicuramente il CS è, assieme alla glucosamina, uno dei nutraceutici condroprotettori più utilizzati per l’artrosi del cane e del gatto, a carico del quale esistono ormai numerose conferme di efficacia clinica, sia strutturale che sintomatica a lungo termine. Ma le potenzialità anti-artrosiche di questo glicosaminoglicano, naturale componente della matrice cartilaginea, sono, in particolar modo, legate a frazioni specifiche, dotate di specifiche caratteristiche fisico-chimiche (basso peso molecolare, fisiologico grado di solfatazione), come di un elevato grado di purezza.
A suffragare la stretta correlazione esistente tra attività biologiche e grado di purezza del CS arrivano oggi le ricerche del noto reumatologo canadese Jean Pelletier. Dalle pagine di “Journal of Rheumatology”, il gruppo di ricerca divulga, infatti, i risultati ottenuti su espianti di cartilagine artrosica umana, incubati con tre frazioni di CS a diverso grado di purezza.
Più la frazione di CS è pura, priva, cioè di impurità proteiche o, peggio ancora, di composti non attivi o non ben definiti, e più la molecola si rivela dotata di effetti anti-artrosici. Tant’è che solo le due frazioni di CS con un grado di purezza > 96% sono in grado di esercitare azioni sia anticataboliche (diminuzione del rilascio di fattori infiammatori, come interleuchine e prostaglandine) che pro-anaboliche (aumento della sintesi del collagene di tipo II).
Al contrario, la frazione dotata di un minor grado di purezza (90%) dimostra addirittura effetti pro-catabolici, incrementando la produzione di citochine pro-infiammatorie (IL-6) e di proteasi litiche di matrice (MMP-1).
È lo stesso Pelletier a trarre la “morale” dai risultati delle sue ricerche: se l’obiettivo è quello di controllare l’artrosi ed alleviarne i sintomi, allora è fondamentale orientarsi verso quelle frazioni di CS che, grazie all’accuratezza dei procedimenti di estrazione e purificazione, godono di un elevato grado di purezza.