Condroprotezione: come, dove, quando.
Ha mai prescritto i condroprotettori Innovet per la cura dell’artrosi? Se sì, preferisce prescriverli da soli o in associazione a terapie chirurgiche e conservative? In quale stadio di artrosi prescrive prevalentemente la condroprotezione? Ha mai riscontrato effetti collaterali in seguito all’utilizzo di condroprotettori Innovet? Queste alcune delle domande a scelta multipla, contenute nel questionario distribuito da Innovet su scala nazionale ai medici veterinari italiani, nel periodo compreso tra maggio e novembre 2002. Scopo: valutare la correttezza con cui, nell’ambito della terapia combinata per l’artrosi, il medico veterinario utilizza quello che attualmente viene considerato l’approccio “disease-oriented” più innovativo, appunto la condroprotezione. “Il presupposto dell’indagine – spiegano Carlo Maria Mortellaro (Ordinario di Patologia Chirurgica all’Università di Milano) ed Alda Miolo (CeDIS, Innovet), autori della free communication congressuale – è decisamente importante. Basti pensare ai rischi connessi ad un inappropriato o scorretto utilizzo di questa misura conservativa. ”Questi, in sintesi, i risultati ottenuti dall’analisi delle risposte degli 850 medici veterinari che hanno compilato il questionario: – il 90% dei rispondenti dichiara di aver prescritto i condroprotettori Innovet e, di questi, il 96% di usarli in combinazione con terapie chirurgiche (7%) e conservative (93%), sia farmacologiche (es. FANS, corticosteroidi) che non (es. controllo del peso e dell’attività fisica, fisioterapia riabilitativa); – la condroprotezione viene utilizzata con maggior frequenza nella prevenzione e nelle forme lievi/moderate di artrosi, in cani di tutte le età, prevalentemente di taglia grande/gigante e con particolare predilezione per l’artrosi dell’anca; – il 90% dei rispondenti non ha riportato alcun effetto collaterale connesso all’uso dei condroprotettori Innovet. Risultati, dunque, positivi, soprattutto guardando all’elevata percentuale con cui i medici veterinari usano la condroprotezione in associazione alle altre misure – chirurgiche e conservative – oggi disponibili per la cura dell’artrosi del cane.