Curcumina: il polifenolo d’oro
La curcumina è una sostanza alimentare nota fin dall’antichità per le sue proprietà benefiche. Appartiene a quella classe di composti naturali presenti nelle piante, i polifenoli, dotati di effetto antiossidante. In particolare, la curcumina è estratta dalla grossa radice cilindrica della pianta Curcuma Longa, il cosiddetto rizoma. Altri polifenoli sono, ad esempio, il resveratrolo del vino rosso o le catechine del tè. Per il suo colore giallo forte (il colore caratteristico del curry, per intenderci) la curcumina viene anche chiamata il polifenolo d’oro.
Sono moltissimi gli studi che confermano la capacità della curcumina di limitare l’infiammazione e ridurre la formazione dei radicali liberi. Gli scienziati hanno anche scoperto i tanti meccanismi attraverso cui la curcumina svolge i suoi effetti.
Perché tutto questo interesse per la curcumina?
L’attenzione della ricerca scientifica per la curcumina è molto alta. Perché? Infiammazione e stress ossidativo sono reazioni trasversali comuni a vari disordini, come l’osteoartrite (artrosi) o la cistite. Esistono molti farmaci – ad esempio i FANS – capaci di esercitare effetto antiossidante ed antinfiammatorio. La loro azione è però spesso associata ad effetti collaterali dose- e tempo-dipendenti.
I soggetti “fragili”, come ad esempio i cani e gatti anziani o quelli che già assumono terapie farmacologiche per altre malattie, tollerano male questi interventi. Per loro, un “approccio gentile” può risultare utile. È per questo che la ricerca si sta concentrando su sostanze naturali, come la curcumina, capaci di regolare le risposte cellulari ed esercitare effetti antinfiammatori ed antiossidanti nel rispetto del paziente.
Numerosissime sono le evidenze raccolte in tal senso nei confronti della curcumina: l’approccio al paziente è talmente “gentile” che la curcumina viene usata addirittura per ridurre gli effetti collaterali dei chemioterapici.
Un prodotto vale l’altro?
Assolutamente no! Se la curcumina, a parità di purezza, è dotata dei medesimi effetti, la possibilità di esercitarli – e dunque di apportare i benefici desiderati – dipende dal suo grado di assorbimento: più se ne assorbe e più alto sarà l’effetto sulla salute di cani e gatti. E qui viene il problema: la curcumina, infatti, è una sostanza a scarso assorbimento. È dunque necessario sottoporla a processi tecnologici che aumentino la quantità resa disponibile dopo somministrazione orale. Tra questi processi, quello che più si è dimostrato utile ad aumentare l’assorbimento della curcumina, è la micronizzazione, cioè la macinazione spinta delle sue particelle. Ridotte fino a raggiungere la dimensione di pochi micron (millesimi di millimetri), vengono facilmente distribuite ai tessuti dopo somministrazione orale. In alcuni prodotti, la curcumina è micronizzata insieme ad altre sostanze naturali, come la PGA (palmitoil-glucosamina) per unire in un unico composto più effetti benefici, utili, ad esempio, in animali con osteoartrite o cistite.
La curcumina è sicura?
I dati ottenuti finora negli studi condotti specificatamente nel cane e nel gatto confermano gli effetti benefici della curcumina e dimostrano che è sicura e perfettamente tollerata anche in queste specie. L’unico evento avverso osservato – se così possiamo definirlo – si è limitato al cambiamento di odore (di cute, feci ed urine), registrato in uno studio in cui la curcumina veniva utilizzata in cani con osteoartrosi.
Alcuni Veterinari di oltreoceano segnalano, infine, casi di cani e gatti con difficoltà a tollerare la curcumina: si tratta, in particolare, di soggetti con “sensibilità gastroenterica”, cioè quelli con malattie infiammatorie gastrointestinali, che possono manifestare nausea e diarrea in relazione all’uso di curcumina. In questi casi, il consiglio è quello di iniziare con dosaggi bassi, da incrementare via via in base alla risposta.
Se il paziente è in cura farmacologica con sostanze come la ciclosporina o i FANS, il Veterinario dovrà tenere conto del fatto che la curcumina potrebbe rallentarne l’eliminazione, rendendo sufficienti dosaggi inferiori di questi farmaci.
Il problema del colore
Il vero “effetto collaterale” della curcumina è rappresentato dal suo colore giallo oro: può a volte far virare il colore delle feci, e può, tingere di giallo le mani del proprietario o il mantello degli amici a quattro zampe, soprattutto se somministrata in forma di pasta o polvere. Che fare? Nella bilancia rischio-beneficio, l’ingiallimento della cute o del pelo è certamente un incidente fastidioso, ma rappresenta un rischio assai modesto rispetto ai benefici che la curcumina apporta alla salute dei nostri pelosetti. Per limitare l’inconveniente, è possibile mischiare il prodotto a base di curcumina con acqua, olio, yogurt liquido o kefir e somministrare direttamente in bocca con l’ausilio di una siringa senz’ago, oppure miscelare per bene al cibo umido.