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FANS: in Italia uso cronico

Vengono dal Dipartimento di Farmacologia dell’Università degli Studi di Bologna alcune utili indicazioni sul profilo di utilizzo degli antinfiammatori non steroidei (FANS) in Italia. Un questionario, compilato dai pazienti di ben 65 medici di Medicina Generale distribuiti su tutto il territorio nazionale, rileva la tendenza all’automedicazione e all’uso cronico di questi farmaci, soprattutto negli anziani, e stimola una maggior consapevolezza da parte di tutti.
FANS: in Italia uso cronico

I risultati dell’indagine sono stati pubblicati sul numero di dicembre 2004 dell’”European Journal of Clinical Pharmacology” e sono stati ribaditi dai ricercatori stessi nel corso del XII seminario nazionale sulla “valutazione dell’uso e della sicurezza dei farmaci” che l’Istituto Superiore di Sanità ha tenuto il 13 dicembre 2004 a Roma.
“Lo studio – hanno affermato gli autori dell’articolo – è stato svolto in collaborazione con un gruppo di 65 medici di Medicina Generale distribuiti su tutto il territorio nazionale. Nel periodo tra marzo e settembre 2002, ciascun medico ha selezionato in maniera randomizzata, tra i propri assistiti, 50 soggetti d’età superiore a 18 anni, sottoponendo loro un questionario ad hoc mirato ad avere informazioni socio-demografiche e sanitarie, quest’ultime pertinenti a specifici sintomi/malattie ed ai farmaci assunti.”
Ebbene, dei 2738 soggetti che hanno compilato il questionario, il 35% ha dichiarato di aver utilizzato un FANS, con una tendenza all’uso cronico che aumenta con l’età ed una netta prevalenza d’impiego per cefalee, artrosi e dolore di natura non specificata. Marcato anche il dato di autoprescrizione o di utilizzo su consiglio del farmacista o del parente/amico.
“Non c’è dubbio – concludono i farmacologi coinvolti nell’indagine – che il nostro studio conferma l’ampio utilizzo dei FANS nella popolazione italiana…Tuttavia, il loro ampio uso negli anziani, spesso in forma cronica ed in regime di autoprescrizione, impone una maggior consapevolezza da parte di tutti i medici.” Un monito sicuramente attuale, considerando i dati sempre più numerosi che testimoniano la “pericolosità” del FANS, soprattutto se usato a lungo termine.

Articolo disponibile su richiesta a cedis@innovet.it