Fisioterapia e condroprotezione: l’unione fa la forza
“La fisioterapia è il trattamento di patologie o traumi mediante l’utilizzo di forze di origine naturale, come il freddo, il caldo, il massaggio, l’acqua, l’esercizio terapeutico, la luce, l’elettricità, le forze meccaniche.” Ludovica Dragone ha aperto con questa definizione il corso pratico di quattro giorni sulle tecniche di fisioterapia riabilitativa nel cane. Una branca, quella della fisioterapia, che anche in Italia si sta sempre più diffondendo, stante i numerosi benefici che si possono trarre: alleviare il dolore, accelerare la guarigione dei tessuti lesionati e, dunque, accorciare i tempi di degenza, prevenire le complicanze da disuso, stimolare la circolazione sanguigna e linfatica, rilassare i muscoli e migliorarne tono e trofismo, in poche parole “favorire il raggiungimento ed il mantenimento di una miglior qualità di vita”.
Tecniche di stretching e massaggio, applicazione di caldo e freddo, idroterapia. Queste alcune delle metodiche fisioterapiche illustrate durante il corso, unitamente ad alcune accortezze da utilizzare nella valutazione del trattamento riabilitativo più idoneo: effettuare un’accurata visita clinica preventiva, in modo da esser certi che alcune manualità non possano peggiorare la situazione; monitorare parametri oggettivi (ad esempio il ROM, Range of Motion) per valutare i progressi ottenuti; e, soprattutto, individualizzare le terapie in base alle condizioni cliniche, alla malattia ed al temperamento dell’animale, nonché alla disponibilità del proprietario.
Darryl Millis, uno dei padri fondatori della fisioterapia in Medicina Veterinaria, ha invece parlato di condroprotettori, sia intrarticolari che orali (nutraceutici). Le numerose attività pro-riparative ed anti-cataboliche fanno sì che queste sostanze rientrino a pieno titolo nel management combinato delle problematiche articolari, con l’obiettivo di proteggere la cartilagine, coadiuvare la fisioterapia nella stabilizzazione delle articolazioni, ed agire a lungo termine anche sul dolore.
Non bisogna più considerare la fisioterapia come un’ultima spiaggia, ha concluso Dragone. Accanto ad altri strumenti come la chirurgia, la condroprotezione o l’analgesia classica, può accelerare i tempi di recupero post-operatorio, migliorare la qualità del movimento e limitare anche la somministrazione di farmaci con un discutibile profilo di sicurezza.