Ginkgo contro la beta-amiloide
Sono molteplici le attività neuroprotettive che l’estratto di Ginkgo possiede, vuoi perché capace di proteggere direttamente i neuroni, vuoi per un’azione indiretta di ottimizzazione della circolazione cerebrale. Ora, un gruppo di biochimici americani ci consente di affermare che, alle spiccate proprietà di natura anti-apoptotica, antiossidante, pro-metabolica e riequilibrante i sistemi neurotrasmettitoriali, il Ginkgo assomma la capacità di ridurre la produzione ed il deposito di beta-amiloide a livello di corteccia cerebrale ed ippocampo.
“È la prima volta – scrivono i ricercatori nell’articolo pubblicato sul “Journal of Nutritional Biochemistry” – che viene evidenziato tale meccanismo…E ci siamo arrivati con ricerche condotte sia in vivo che in vitro.”
I biochimici di Washington hanno, infatti, somministrato per os a ratti anziani EGb 761 per un periodo di 28 settimane e ne hanno, poi, analizzato, immunoistochimicamente, le sezioni di cervello. “In tali sezioni – si legge nell’articolo – abbiamo riscontrato una significativa riduzione dei depositi intracerebrali di beta-amiloide rispetto agli animali di controllo…”.
A rafforzare i dati ottenuti “in vivo”, anche le ricerche “in vitro”, condotte su colture di cellule neuronali, esposte a varie concentrazioni di EGb 761. “Nelle colture – spiegano i ricercatori – abbiamo rilevato una significativa riduzione della sintesi di precursore della beta-amiloide (APP, amyloid precursor protein), unitamente ad un’azione preventiva sull’iperproduzione di APP indotta da alti livelli di colesterolo.”
Insomma, pare certo che l’estratto di Ginkgo vada ad agire sui meccanismi stessi della produzione di beta-amiloide. Unita a tutte le altre attività neuroprotettive, tale azione fa dell’EGb 761 una delle più promettenti sostanze nel controllo di quelle alterazioni neurodegenerative sottostanti a cerebropatie tipiche dell’invecchiamento, in primis la malattia di Alzheimer e la demenza senile.