Malattia parodontale nel cane: come gestire questo nuovo, vecchio problema?
La malattia parodontale è uno fra i disturbi più comuni nella specie canina, che insorge nel cavo orale ma che ivi non si limita. Infatti, le conseguenze locali e sistemiche della parodontite possono essere gravi e non vanno sottovalutate. Per tale motivo la parola d’ordine è “prevenzione”, da attuarsi con una combinazione di procedure domestiche e professionali per la rimozione della placca dentale.
Tutti gli strumenti, da quelli più tradizionali a quelli più innovativi, che consentono un’adeguata igiene orale nel cane sono stati riassunti e messi in discussione in una recente review a libero accesso, siglata da tre ricercatori portoghesi.
La spazzolatura dei denti rimane il gold standard per il controllo della placca, purché sia effettuata quotidianamente. Di fondamentale importanza la scelta di un dentifricio specifico per cani, che contenga sostanze atossiche e che abbiano un sapore gradevole per l’animale. Gli autori mettono in guardia dall’uso di clorexidina, zinco, fluoro e xilitolo, per questioni di nocività diretta o a seguito di ingestione, e altresì per non incoraggiare fenomeni di antibiotico-resistenza; promosso invece il triclosan, con le sue spiccate proprietà antibiotiche e antinfiammatorie in piena sicurezza.
Una sezione intera è dedicata all’utilizzo topico o alimentare di prodotti di origine naturale supportati da evidenze scientifiche; fra questi si menziona l’Ascophyllum nodosum, alga bruna in grado di contrastare la formazione della placca e l’alitosi.
Non può mancare un cenno alla dieta, le cui texture e composizione sono di primaria importanza. Infatti, il consumo di cibi umidi e sbilanciati contribuisce all’insorgenza di parodontite e di fenomeni degenerativi. L’aggiunta di snack masticativi, meglio ancora se a base di fonti vegetali, viene riconosciuta come valida strategia a supporto della salute orale, grazie all’effetto abrasivo sulla superficie dentale e all’aumento della salivazione.
Il testo si dirotta poi sulla modulazione della risposta infiammatoria, la quale andrebbe ad alimentare e propagare ulteriormente i danni ai vari tessuti qualora venisse trascurata. Il ricorso a FANs e antibiotici, però, andrebbe però limitato ai casi più gravi, aprendo all’uso di altri principi funzionali con meccanismi d’azione non-farmacologici.
Cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Laser, probiotici e cere sigillanti, concludono gli autori, stanno dando risultati promettenti.
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Cunha E, Tavares L, Oliveira M. Revisiting Periodontal Disease in Dogs: How to Manage This New Old Problem? Antibiotics (Basel). 2022 Dec 1;11(12):1729.