Mastociti e artrosi
“Abbiamo analizzato i campioni di tessuto discale provenienti da pazienti affetti sia da lombosciatalgia cronica che da degenerazione senile e ne abbiamo confrontato le fattezze istologiche ed immunoistochimiche con quelli provenienti da soggetti normali.” Così gli ortopedici di Beijng (Cina) iniziano, sulla rivista “Spine”, la spiegazione delle loro ricerche finalizzate a capire i meccanismi scatenanti quella degenerazione dei dischi intervertebrali che caratterizza molte patologie della colonna: dalle lombosciatalgie, agli esiti di traumi pregressi, alla spondiloartrosi.
“Il dato più eclatante – si legge nei “Risultati” – è che solo nei dischi provenienti da pazienti con lombosciatalgia dolorosa si osservava un accumulo di mastociti, peraltro assenti nei dischi dei soggetti di controllo o affetti da degenerazione senile.” Ed ancora: “È assai probabile che anche l’aumento di fattori di crescita (es. FGF) e di interleuchine (es. TNF) evidenziato immunoistochimicamente in questi dischi sia da correlarsi all’attività degranulatoria dei mastociti presenti. Liberati localmente, tali fattori contribuiscono sia all’infiammazione discale, come alla neovascolarizzazione dell’anello fibroso, all’evoluzione fibrotica del disco ed alla sua degenerazione.”
E a proposito del dolore che accompagna la degenerazione discale, così si esprimono i ricercatori cinesi:” I mastociti sono una fonte inesauribile di NGF (Nerve Growth Factor) che, agendo da fattore neurotrofico primario, è chiaramente chiamato in causa nell’iper-innervazione discale. Non solo, ma, data la sua attività di sensitizzazione nervosa diretta, sicuramente contribuisce al dolore discogenico, tipico delle lombosciatalgie.”
È, dunque, il mastocita al centro di quella triade infiammazione-degenerazione-dolore che contraddistingue le patologie della colonna vertebrale, spondiloartrosi compresa. Ed è sempre agendo sul mastocita o, più precisamente, sulla sua attività degranulatoria, che si può sperare di poter contestualmente controllare tali meccanismi patogenetici.