Mastociti nella cicatrizzazione
L’articolo di Traci Wilgus, patologa dell’Ohio State University, è uno dei lavori di review più recenti che sostengono l’influenza a 360° del mastocita cutaneo in tutte le fasi attraverso cui si svolge la riparazione di una ferita: da quella iniziale acuta, votata all’emostasi ed al controllo di possibili infezioni; alla fase proliferativa, dominata da riepitelizzazione ed angiogenesi; fino a quella finale di rimodellamento, tesa a concludersi con la formazione di una cicatrice funzionalmente ed esteticamente accettabile.
Ebbene, tutti questi stadi riparativi vedono il primario coinvolgimento di un elemento immunocompetente ben definito: il mastocita. Wilgus dettaglia i diversi ruoli che questa cellula assume nell’avvicendarsi delle delicate fasi cicatriziali: da regolatore dell’afflusso neutrofilico durante lo stadio acuto della lesione; ad elemento chiave nella formazione di nuovi vasi (neo-angiogenesi), indispensabili per lo svolgersi della fase proliferativa; a protagonista indiscusso degli stadi finali del rimodellamento cutaneo, dove un rilascio controllato di mediatori mastocitari si rivela essenziale per giungere ad una “sana” riparazione, ed evitare distorti esiti cicatriziali (es. cicatrici ipertrofiche).
È importante, sottolinea la patologa, trattare specificatamente ogni singola ferita, valutandone la localizzazione e la gravità, ed identificando delle priorità nel processo di riparazione. Se, ad esempio, è la formazione finale della cicatrice che è prioritaria su altre fasi, sarà vitale modulare quei componenti del sistema immunitario – i mastociti – in quanto capaci di produrre e rilasciare sostanze necessarie a promuovere gli ultimi stadi riparativi delle ferite.