Mastociti nella riparazione delle ustioni
Le ricerche sono state condotte da un gruppo di farmacologi giapponesi, che hanno messo a confronto le dinamiche riparative conseguenti ad ustione in due diverse popolazioni di topi, una normale, e l’altra geneticamente deprivata dei mastociti.
L’analisi istologica delle lesioni dimostrava chiaramente che negli animali dotati di corredo mastocitario erano più evidenti sia il grado di proliferazione fibrosa ai margini dell’ustione, sia il grado di vascolarizzazione della zona lesionata. Non solo. Dopo un decremento nella fase iniziale della riparazione (terzo giorno), i mastociti aumentavano significativamente di numero negli stadi più tardivi della riparazione (giorni 14 e 21), secondo un andamento che andava di pari passo con l’ottimizzazione della proliferazione e del rimodellamento delle lesioni.
Contemporaneamente, analisi immunoistochimiche rivelavano un’aumentata produzione da parte dei mastociti sia di specifici fattori di crescita fibroblastica, sia di chimasi, una proteasi di derivazione unicamente mastocitaria che gioca un ruolo chiave nella formazione della matrice connettivale extracellulare.
Non meno significativa la differenza della risposta angiogenica tra topi deprivati dei mastociti e, viceversa, dotati di corredo mastocitario normale. In questi ultimi, il rilascio di fattori direttamente implicati nell’angiogenesi consentiva una vascolarizzazione migliore della zona cicatriziale, a garanzia di una più efficiente fase proliferativa, e di una altrettanto corretta transizione verso la fase successiva di rimodellamento.
Per concludere, il lavoro porta un’ulteriore, importante evidenza del ruolo primario dei mastociti nella cicatrizzazione, specie di lesioni, come le ustioni, il cui buon esito è garantito proprio dall’efficienza della risposta proliferativa, vascolare e di rimodellamento finale della cute lesa.