Progranulina: nuovo fattore cicatriziale
Il gruppo di ricerca della Divisione di Medicina Sperimentale della McGill University di Montreal (Canada) – il famoso MUHC (McGillUniversity Health Centre) – pubblica sul numero di febbraio 2003 di Nature Medicine i risultati di alcuni esperimenti condotti su ferite di topo, provocate da punch bioptici e monitorate per 10 giorni successivi all’insulto, al fine di valutare l’entità di progranulina presente e dimostrarne l’influenza sulle fasi cicatriziali.
“Immediatamente dopo il danno – afferma il coordinatore della ricerca Andrew Bateman – abbiamo osservato un’aumentata espressione di progranulina non solo nei fibroblasti e nelle cellule endoteliali, ma anche nell’infiltrato infiammatorio (neutrofili e macrofagi) della ferita. Il fatto, poi, che tale aumento persisteva fino alla decima giornata ci faceva ipotizzare un ruolo ben definito della progranulina nella risposta cicatriziale.”
E la conferma è avvenuta con l’applicazione della progranulina sulle ferite. “Quattro giorni dopo tale applicazione – continuano i ricercatori – abbiamo notato un maggior afflusso di cellule infiammatorie, unitamente ad un grado di neo-vascolarizzazione e di proliferazione fibroblastica circa due volte superiore a quello delle ferite non trattate.”
E nelle conclusioni: “La progranulina è sicuramente molto importante nelle fasi immediate della riparazione. Indotta in quantità superiori alla norma proprio dall’insulto diretto alla cute, questa proteina – una volta applicata sulla soluzione di continuo – ha la capacità di potenziare la risposta infiammatoria e di accelerare la formazione di tessuto di granulazione.” Un altro fattore di regolazione si affaccia, dunque, nello scenario cicatriziale, potenzialmente in grado di migliorare il decorso e l’esito di ferite, soprattutto se problematiche.
He Z, Ong CHP, Halper J, Bateman A, 2003, progranulin is a mediator of the wound response, Nature Medicine, 9(2): 225-229