Rottura del crociato: la predisposizione è strutturale
I ricercatori dei Dipartimenti di Scienze Cliniche Veterinarie di Bristol e Liverpool sono assai noti per le loro ricerche sulla rottura di LCA. Già ne avevano indagato le modifiche metaboliche, biochimiche e biomeccaniche che, nel loro insieme, vengono a spiegare la suscettibilità che certe razze di cani manifestano per questa patologia, rispetto ad altre che, invece, ne sono praticamente esenti. Ad aggiungere un tassello, anche di natura strutturale, a questo puzzle di conoscenze arriva ora l’articolo pubblicato nel fascicolo di gennaio 2006 di “Journal of Comparative Pathology”.
“L’analisi istologica – scrivono i ricercatori nella sezione “Materiali e Metodi” dell’articolo – è stata eseguita sui legamenti crociati di 16 cani deceduti per cause non inerenti l’apparato muscolo-scheletrico…Di questi, 8 erano Labrador Retriever, cani, cioè, particolarmente predisposti alla rottura di questi legamenti. Gli altri 8 erano, invece, Levrieri, in pratica una razza che è considerata davvero poco incline a manifestare questa patologia.”
“Rispetto a quelli dei Labrador – spiegano nei “Risultati” – i legamenti crociati dei Levrieri sono contraddistinti da un aspetto più compatto, fibrocartilagineo, con fibre collagene più mature e di di maggior diametro…I Labrador possiedono, invece, legamenti più immaturi, con un assetto istologico ascrivibile più all’animale in crescita che a quello in età adulta.”
“È possibile – sostengono i ricercatori – che la costituzione più “solida” del legamento del Levriere sia l’esito di un fisiologico adattamento alle maggiori sollecitazioni cui le articolazioni di questi animali vanno incontro rispetto a quelle dei Labrador… In questi ultimi, la fragilità costituzionale del legamento depone a favore di possibili alterazioni degenerative che predispongono alla franca rottura.”