Tipizzati i mastociti di gatto
Il numero di marzo 2003 di Veterinary Pathology pubblica i risultati di una ricerca condotta congiuntamente da Chiara Noli e Fabia Scarampella – note specialiste italiane in Dermatologia Veterinaria – Francesca Abramo – docente di Anatomia Patologica Veterinaria all’Università di Pisa – e Michael Welle – ricercatore dell’Istituto di Patologia Animale dell’Università di Berna – per stabilire l’assetto delle sottopopolazioni mastocitarie nella cute di otto gatti a pelo corto, portatori di malattie eosinofiliche, come il granuloma eosinofilico, la placca eosinofilica e la dermatite eosinofilica.“Studi precedenti – scrivono gli autori – avevano già dimostrato come nel cane e nell’uomo i mastociti cutanei (MC) potessero essere suddivisi in tre sottogruppi, diversi per contenuto in proteasi e proprietà funzionali: i mastociti MCTC contenenti triptasi (T) e chimasi (C ), quelli contenenti solo chimasi (MCC) ed, infine, quelli con contenuto unicamente triptasico (MCT). Nel gatto, invece, fino ad ora sono stati identificati solo i tipi MCC ed MCT, proprio per la mancanza, in questa specie, di una metodica adeguata a marcare contemporaneamente entrambe le proteasi.”Grazie alla messa a punto di una nuova procedura – basata su reazioni enzimo-istochimiche ed immunoistochimiche per l’evidenziazione rispettivamente di chimasi e triptasi – i ricercatori sono riusciti a documentare una preponderante presenza del sottotipo MCTC di mastociti sia nella zona subepidermica che nel derma profondo della cute lesionata. “Si tratta – affermano gli autori – della prima indagine che documenta la distribuzione completa dei sottotipi di mastociti nella cute di gatti con lesioni eosinofiliche…A differenza del numero – che aumenta significativamente nella cute con lesioni eosinofiliche rispetto a quella sana – la distribuzione dei sottotipi mastocitari si rivela simile a quella riscontrata nella cute di cani e gatti sani o di cani atopici, a dimostrazione che il contenuto in proteasi di queste cellule non sembra influenzato dalla malattia o dalla localizzazione nel derma. L’unica nota da approfondire rimane il reperto di una maggior concentrazione di mastociti del tipo MCT in sede perivascolare nel derma profondo di gatti affetti da granuloma eosinofilico.”
Articolo in PDF nel sito http://www.vetpathology.org/cgi/reprint/40/2/219.pdf