Un nuovo recettore sui cheratinociti del cane
“Negli ultimi anni, l’interesse per il sistema degli endocannabinoidi – quel sistema di protezione naturale dell’organismo basato sulla produzione endogena di sostanze che esercitano importanti effetti antinfiammatori ed antidolorifici, legandosi a recettori specifici (recettori CB) espressi sulle cellule immunocompetenti, mastociti compresi – è cresciuto davvero esponenzialmente. Tant’è che, oggi, si è arrivati all’identificazione di un altro sistema – quello degli endovanilloidi – al pari coinvolto nel controllo endogeno di infiammazione e dolore.”
È iniziata così la “comunicazione libera” di Raffaella Barbero al 21mo congresso dell’ESVD. Una “free comm” con cui la ricercatrice del gruppo di Farmacologia e Tossicologia veterinaria di Torino ha spiegato come si sia arrivati all’identificazione di un elemento fondamentale del sistema degli endovanilloidi – il recettore per gli “endovanilloidi”, anche conosciuto con la sigla TRPV-1 – proprio sui cheratinociti di cane.
“Per individuare il recettore – ha spiegato Barbero durante la relazione congressuale – abbiamo applicato una particolare metodica di “binding” su colture di cheratinociti di cane, provenienti da espianti bioptici sia di cute (padiglione auricolare, addome, mammella) che di mucosa (bocca, velo palatino).”
“Per la prima volta in assoluto – ha continuato la ricercatrice – siamo riusciti ad identificare sui cheratinociti di cane il recettore TRPV-1…Un dato scientifico davvero importante che contribuisce, proprio nel cane, ad una più dettagliata caratterizzazione di quei sistemi protettivi naturali – endocannabinoide ed endovanilloide – che si attivano in situazioni di danno e che tra loro intimamente cooperano al fine di limitare l’eccessiva propagazione della risposta infiammatoria ed algica.”
“Il dato sperimentale – ha aggiunto in conclusione di relazione – ha ricadute applicative assai interessanti…Gli analoghi sintetici degli endocannabinoidi, le aliamidi per intenderci, esercitano il controllo di flogosi e dolore interagendo anche con i recettori degli endovanilloidi che, oggi, grazie alle nostre ricerche, sono stati espressamente identificati anche nel cane.”