Urolitiasi: botta e risposta con l’esperto
12 domande e risposte per fornire al lettore un efficace e snello profilo clinico-terapeutico del disturbo, che oggi affligge dal 2 al 4% della popolazione mondiale di pet: la calcolosi urinaria o urolitiasi.
Nel corso dell’intervista, Lulich sottolinea come, a differenza del passato, a dominare il panorama attuale siano i calcoli di ossalato di calcio: difficili da prevenire e da trattare, impossibili da dissolvere, e particolarmente frequenti in sei razze di cani, tutti di piccola taglia, tra cui lo Yorkshire Terrier, lo Schnauzer nano, lo Shih Tzu ed il Bichon frisé.
Intervistato sul fronte terapeutico, Lulich parla innanzitutto di nutrizione. “Noi diciamo ai medici veterinari che cani e gatti urinano quello che mangiano”. Per questo, il controllo della dieta e di un adeguato apporto idrico rappresenta la pietra miliare nella strategia preventiva dell’urolitiasi.
A parte che in presenza di ostruzioni uretrali, Lulich è altresì grande sostenitore di procedure risolutive non chirurgiche o, al massimo, minimo-invasive. Prima tra tutte l’uroidropropulsione, un metodo, sviluppato da Lulich stesso, che consente la rimozione spontanea degli uroliti.
L’intervista si conclude sfatando due frequenti “falsi miti” sull’argomento. Il primo è che nei maschi non si debba procedere alla dissoluzione dei calcoli per paura di un’ostruzione. Certo, risponde Lulich, è possibile, ma molto meno di quanto si creda.
La seconda credenza errata è che “i calcoli siano una malattia”. Sbagliato. La verità è che sono la conseguenza di una condizione patologica scatenante l’eccessiva secrezione e precipitazione in urina delle sostanze componenti i diversi tipi di calcoli. E la cura passa obbligatoriamente per l’identificazione e la correzione di questa patologia.
Loyle D. Advancing treatment of urolithiasis. DVM Newsmagazine January 2011, p. 35.
http://veterinarynews.dvm360.com/dvm/Medicine/Advancing-trea…