“Wound cat”: la mappa delle ferite nel gatto
Avete mai sentito parlare di “wound man”, quella figura stilizzata usata in antropologia criminale per risalire dalla localizzazione di una ferita alla causa che l’ha determinata? Ebbene, “wound man” diventa ora “wound cat”, vale a dire il diagramma schematizzato del nostro felino domestico, con evidenziate le parti anatomiche che maggiormente sono esposte al “rischio ferita”, sia durante i combattimenti tra felini che tra felini ed altri animali come roditori e rettili.
“Aree come la testa, la base della coda, l’addome o l’avambraccio – scrivono Richard Malik & coll. nella “short communication” pubblicata sul “Journal of Feline Medicine and Surgery” – sono vere e propri bersagli, pressochè costantemente esposti alle ferite che tali animali si provocano durante i combattimenti, sia tra loro che contro roditori e rettili.”
“Molto spesso – spiegano i veterinari australiani – i gatti reduci da combattimenti non vengono adeguatamente e prontamente curati, con il risultato che le ferite si infettano e possono esitare in ascessi devastanti…Per questo, pensiamo che il nostro “wound cat” possa servire al medico veterinario per individuare, in base alla tipica localizzazione anatomica, la causa specifica di una ferita e trattarla, così, in modo mirato e tempestivo.” E questo non solo con opportuna antibioticoterapia, ma con tutto ciò che oggi la Medicina Veterinaria offre in termini di ottimizzazione della guarigione di una ferita.