Cane: il migliore amico dell’uomo anche contro il Covid-19
Il progetto di ricerca nasce da un impegno congiunto di varie Università italiane (dalla “Magna Graecia” di Catanzaro, all’Università di Milano, al “Sacro Cuore” di Roma) riunitesi in un Gruppo di ricerca COVID-19, e avanza la tesi secondo cui vivere a stretto contatto con i cani (e i bovini) può aiutare il nostro organismo nella battaglia contro il coronavirus.
Il presupposto, così come spiegato nell’articolo di Microbes and infection dell’Istituto Pasteur di Parigi, è che tra uomo, cane e bovino esistano importanti somiglianze delle cosiddette spike proteins, cioè quelle proteine di cui i coronavirus si servono per “ancorarsi” alle cellule bersaglio e attivare le difese immunitarie dei soggetti colpiti.
Per questo, il gruppo di ricerca COVID ha analizzato genomicamente tali proteine, trovando percentuali di proteine spike compatibili al 100 per 100 tra cane e uomo, e all’80 per cento tra bovino e uomo.
Il che potrebbe significare che la vicinanza con questi animali (cani soprattutto) ci doterebbe di difese immunitarie naturali in grado di attenuare il decorso dell’infezione virale.
Cani, dunque, come scudo protettivo contro i coronavirus, visto che una possibilità di combattere meglio questa nuova infezione potrebbe proprio derivare da precedenti contatti con altri coronavirus animali, e dalla conseguente capacità del sistema immunitario di reagire in maniera più pronta ed efficace.
Tilocca B, Soggiu A, Musella V, Britti D, Sanguinetti M, Urbani A, Roncada P. Molecular basis of COVID-19 relationships in different species: a one health perspective. Microbes Infect. 2020 Mar 17. pii: S1286-4579(20)30048-4