Artrosi del cane, una soluzione vincente
L’artrosi è il problema del tuo cane? Ora si può gestire con soluzioni innovative e vincenti, capaci di controllare in tutta la loro complessità i meccanismi che compromettono il movimento e la salute articolare dei nostri amici animali.
Autore: Marco Melosi (Presidente ANMVI)
Artrosi: un problema con tante cause e tanti meccanismi
Di artrosi soffriamo tutti. Noi e i nostri amici cani, colpiti da questa dolorosa malattia in percentuali importanti, fino a raggiungere quasi il 100% degli anziani. Poco tempo fa, si pensava infatti che l’artrosi colpisse solo i nostri vecchietti a quattro zampe, in conseguenza del fisiologico consumo degli organi del movimento con il passare degli anni. Non è così. Di artrosi soffrono anche i cuccioli che, specie se di razza grande e gigante, sono predisposti alle temute displasie articolari e alle loro precoci conseguenze artrosiche. E non sono esenti nemmeno i cani giovani e adulti che, pur nel pieno della vitalità, possono avere articolazioni già vecchie, logore e dolenti per eccessivi carichi (es. sovrappeso) o esagerati impegni fisici (es. cani da sport).
Non è tutto. Superata la visione di un’artrosi intesa come il logorio della sola cartilagine (condrodegenerazione), si è capito che il cuore pulsante di questa dolorosa malattia è un intricato “circolo vizioso” di vari meccanismi, degenerativi, infiammatori e ossidativi, che nel loro insieme perturbano il metabolismo di tutti i tessuti articolari. È da questo diabolico circolo di danno che nasce il dolore cronico alle articolazioni, un dolore importante che, oltre a compromettere la capacità di movimento degli animali colpiti, ne peggiora, sotto tanti aspetti, il benessere generale e la qualità della vita.
La combinazione è la via del successo
La strada che può sconfiggere un problema medico complesso come l’artrosi parte da queste conoscenze. A fronte dell’intricato circolo vizioso di danno che la sostiene e la fa peggiorare, proteggere la sola cartilagine con le classiche misure di “condroprotezione” diventa un obiettivo parziale e inutile. La vera necessità è quella di colpire al cuore la complessa catena di alterazioni metaboliche, di natura degenerativa, infiammatoria e ossidativa, che avvia questa malattia e provoca i suoi invalidanti sintomi (dolore).
Con tali obiettivi in mente, si è oggi capito che per i nostri cani valgono programmi integrati di attenzioni e cure, mirati a controllare sia i fattori di rischio che le cause dell’artrosi. I suggerimenti sono un po’ simili a quelli previsti per noi umani: incoraggiare il movimento con passeggiate regolari e proporzionate all’età e alle condizioni del cane, controllare il peso, effettuare controlli veterinari periodici, con il fine di “intercettare” eventuali problemi (displasie) quando ancora l’artrosi non è avviata o, se già presente, decidere la tecnica chirurgica più idonea a ristabilire la corretta meccanica e stabilità dell’articolazione.
Una nuova era nella gestione dell’artrosi
Relativamente ai meccanismi di danno, una nuova era è iniziata con la scoperta, da parte della Ricerca scientifica d’avanguardia, di sostanze capaci di agire in sinergia su tutti i cardini del metabolismo articolare alterato in corso di artrosi e, così facendo, di migliorare il benessere e la qualità della vita dei cani colpiti da questa dolorosa malattia.
La prima di queste sostanze, per così dire rivoluzionarie, è la palmitoilglucosamina (PGA). Da una parte, PGA potenzia i meccanismi endogeni di riequilibrio contro infiammazione e dolore, modulando la fisiologica funzione di cellule (i mastociti) essenziali per il benessere articolare (effetto ALIA). Dall’altra, fornisce glucosamina, dotata della classica azione protettiva sulla cartilagine. Amalgamata con sostanze anti-ossidanti (curcumina), PGA riequilibra l’ambiente ossidativo, alterato dall’infiammazione articolare, ed esercita effetti anti-artrosici potenziati rispetto alle singole sostanze. Risultato: il dolore, soprattutto delle fasi acute dell’artrosi, viene mitigato con l’impiego di un’unica sostanza, che permette anche di ridurre l’uso di antidolorifici e, dunque, la comparsa di indesiderati effetti collaterali.