Le nuove linee guida per la gestione di cani e gatti anziani
Ad accomunare cani e gatti “senior” non è tanto l’età avanzata, quanto l’inevitabile declino fisico e cognitivo sostenuto dalla triade fragilità-immunosenescenza-inflammaging. Il veterinario è consapevole che le alterazioni fisiologiche dovute all’invecchiamento rendonono l’animale più vulnerabile allo sviluppo di patologie. Proprio per questo, dunque, dovrebbe fare il passo successivo: promuovere e attuare protocolli di prevenzione, diagnosi e trattamento specifici per questa delicata fascia d’età. Come? Ce lo spiega l’American Animal Hospital Association (AAHA) nelle linee guida per la gestione del paziente anziano, aggiornate all’anno corrente (2023).
Per qualsiasi pet nella terza età è bene raccogliere un’anamnesi accurata, allo scopo sì di ottenere il maggior numero di informazioni utili dal proprietario, ma anche per instaurarci un rapporto mutualmente proficuo. Lo stato fisico del paziente va poi valutato in modo sistematico, distretto per distretto, con un occhio di riguardo verso le articolazioni, la cute, la cavità orale, e lo stato di nutrizione.
Poiché i primi segni di disfunzione renale, epatica e cardiaca sono sempre dietro l’angolo, per il paziente geriatrico è bene concordare con il proprietario un check-up annuale completo di esami del sangue, delle urine e delle feci. L’età avanzata non va più vista come una controindicazione per attuare interventi chirurgici: l’anestesia non deve più incutere timore nel proprietario, che va adeguatamente informato circa l’utilizzo di farmaci mirati e, quindi, sicuri.
Purtroppo il paziente anziano è spesso destinato a sviluppare una o più patologie, soprattutto ad andamento cronico. Essendo i segni clinici più comuni anche quelli più generici (es. letargia, cambi di comportamento, disoressia, difficoltà locomotorie, etc.), le linee guida forniscono un valido supporto al veterinario, grazie alle tabelle riassuntive dei principali approcci diagnostici agli organi e sistemi più sensibili al passare del tempo.
Un intero paragrafo viene dedicato alla sindrome da disfunzione cognitiva, ancora troppo sottodiagnosticata; il suo riconoscimento precoce è fondamentale, perché prima la si tratta, e maggiori sono le possibilità di migliorare la qualità di vita dell’animale e salvaguardare il legame con il proprietario. Analogamente, gli autori esortano a riconoscere e trattare il dolore cronico, perché non è più accettabile considerarlo come una normale conseguenza dell’età, e la scelta di contrastarlo con un approccio multimodale è imperativa.
Gli autori forniscono infine degli spunti su come rendere una clinica “senior-friendly”, sia dal punto di vista della strumentazione che della formazione dello staff, e su come comunicare con il proprietario nel modo più chiaro ed empatico: l’obiettivo è convincere il veterinario ad adottare una filosofia proattiva ed educare i clienti, perché il benessere di cani e gatti anziani passa per un buon lavoro di squadra.
Dhaliwal, R., Boynton, E., Carrera-Justiz, S., Cruise, N., Gardner, M., Huntingford, J., Lobprise, H., & Rozanski, E. (2023). 2023 AAHA Senior Care Guidelines for Dogs and Cats. Journal of the American Animal Hospital Association, 59(1), 1–21.