Mastociti in prima linea contro i patogeni
“Cellule sentinella”. Si deve proprio all’immunologo Jean Marshall l’originale appellativo con cui, ormai da tempo, vengono identificati i mastociti: “quelle cellule – scrive Marshall nella sua ultima review – il cui ruolo difensivo dipende da caratteristiche anatomo-funzionali davvero incredibili…”. La strategica localizzazione tra vasi e nervi, innanzitutto, che “consente loro di coordinare la reattività vascolo-nervosa di un tessuto ed innescarne la pronta risposta di difesa.”
E, poi, il vero e proprio “armamentario” di recettori di superficie, substrato indispensabile perché i mastociti possano interagire direttamente con i microrganismi patogeni ed attivare il loro fondamentale strumento di difesa e di protezione omeostatica: la degranulazione. “È con tale meccanismo – prosegue Marshall – che i mastociti svolgono un ruolo fondamentale nell’innesco e nel mantenimento di un’adeguata ed efficace risposta immunitaria…Capaci di adattare il profilo dei mediatori rilasciati al tipo di patogeno che le attiva, queste cellule sono, infatti, in grado non solo di avviare l’immediata reazione infiammatoria a livello vascolare, ma anche di selezionare gli elementi circolanti (es. neutrofili, eosinofili) da richiamare “in situ”…Come, del resto, fondamentale è la loro capacità di attivare la specifica risposta immuno-competente alle infezioni, sia inducendo la maturazione di cellule – quelle di Langerhans – deputate alla presentazione antigenica, sia indirizzando il reclutamento di determinate sottopopolazioni linfocitarie.” Un ruolo, dunque, davvero importante del mastocita nella sopravvivenza dell’ospite contro infezioni di varia eziologia. Ma, anche, un ruolo in apparente contrasto con la “faccia cattiva” di questa cellula, da sempre conosciuta come effettore di malattie allergiche e, più in generale, di condizioni infiammatorie croniche. È lo stesso Marshall a dare, in conclusione di articolo, la spiegazione di questa ambiguità funzionale. “Sono ormai molte le evidenze che dimostrano come sia un’inappropriata o, addirittura, cronica attivazione dei mastociti a farne emergere la valenza negativa…Tutto sta nel trovare il modo di imbrigliare questa potenzialità dannosa, preservando, però, i benefici effetti di queste cellule.”
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